Freni a disco nel ciclismo su strada? Il dibattito resta aperto
L’uso dei freni a disco nelle biciclette da strada continua ad essere un tema di discussione nel gruppo professionistico. Alcuni ciclisti, come Tom Boonen, difendono i loro vantaggi in termini di sicurezza e prestazioni, mentre altri avvertono dei possibili rischi, come l’incidente subito da Fran Ventoso. Sono davvero la scelta migliore per il ciclismo agonistico o dovrebbero essere vietati nelle competizioni regolamentate?

La Reale Federazione Spagnola di Ciclismo (RFEC) ha preso una decisione chiara su questo argomento: al prossimo Campionato Spagnolo di Ciclismo, che si terrà dal 23 al 25 giugno, i freni a disco saranno vietati. La ragione principale non è legata alla sicurezza, bensì all’equità tra i concorrenti. Secondo la RFEC, le biciclette equipaggiate con freni a disco offrono un vantaggio tecnico rispetto a quelle che mantengono il sistema di freni convenzionale, il che potrebbe creare uno squilibrio nella competizione.

Va sottolineato che l’UCI permette l’uso dei freni a disco nel ciclismo professionistico, ma li limita nelle competizioni amatoriali. Poiché al Campionato Spagnolo parteciperanno sia ciclisti professionisti sia corridori della categoria Elite (amatori oltre i 23 anni), la Federazione ha deciso di unificare i criteri ed evitare differenze nell’equipaggiamento delle biciclette da strada.
E per le mountain bike?
Mentre il dibattito continua nel ciclismo su strada, nel mondo della mountain bike la questione è ormai risolta. I freni a disco sono diventati lo standard in praticamente tutte le discipline di biciclette da montagna, dal XC fino all’ Enduro e al Downhill , grazie alla sua capacità di frenata potente e progressiva, soprattutto su terreni tecnici e in condizioni avverse.
Così, anche se nelle gare di biciclette da strada i freni a disco continuano a generare controversie, nel ciclismo di montagna hanno già dimostrato di essere un'opzione imprescindibile per garantire sicurezza e controllo su qualsiasi tipo di percorso.